Come è andata?
Direi una bomba, una cometa di passaggio in una parte di universo buia, dove ogni proposta culturale è semplicemente la maschera di un fine commerciale. Questo astro passato per Rosà l'8 e il 9 settembre ha portato realmente della luce in questo sprazzo di spazio, diffondendo vera cultura, vera voglia di condividere la propria conoscenza, vera voglia di imparare, di mettersi alla prova e di dimostrare come contro tutte le aspettative si possa organizzare qualcosa di valore assoluto senza nessuno sponsor! Il tutto compensato dalla passione e da una voglia di fare, spaccare e dimostrare fuori dal comune.
In particolare la giornata di sabato è stata davvero un successo. Logicamente alla domenica c'è stata meno affluenza e c'era da aspettarselo, comunque in generale durante le 2 giornate è passata veramente molta gente e i feedback ricevuti sono stati tutti molto positivi.
Cosa è stato proposto durante i 2 giorni del festival?
Mostra d'arte |
B.Boying/B.Girling |
L'appassionante serata si è conclusa con il party: Mastafive alla consolle e tutte le persone a ballare insieme al centro dell'arena, dai più piccoli ai più grandi. La domenica si è replicato il tutto in versione ridotta per questioni tempistiche, concludendo però non con la battle di freestyle, ma con una jam session rap, dove ogni gruppo poteva presentare 2 canzoni.
Cosa abbiamo fatto noi come crew?
Essendo parte del nucleo organizzativo dello Street Festival, il nostro ruolo riguardava in particolare: l'area Writing, la presentazione del Galaxy Dance Project Uganda, l'organizzazione e la cura della conferenza sulla storia e filosofia della cultura Hip Hop, anche attraverso l'invito di Mastafive, che con la sua esperienza e conoscenza ha contribuito all'ottima riuscita della giornata.
Perché siamo così felici?
Conferenza sulla cultura Hip Hop |
Conferenza sulla cultura HipHop |
Tutto ciò è per noi motivo di grande soddisfazione: portare la storia e la filosofia HipHop e la conoscenza della Zulu Nation al di fuori della nostra piccola nicchia è davvero un traguardo enorme.
Per quanto riguarda il Galaxy Dance Project Uganda, per problemi tecnici non siamo riusciti a fare la conferenza nella sala, ma abbiamo sopperito al tutto svolgendo il lavoro dalla nostra bancarella situata all'interno dell'arena, e abbiamo venduto più magliette che durante tutto l'anno!
La nostra bancarella riguardante il Galaxy Dance Project Uganda |
Per quanto riguarda i Djs, tutti sono stati veramente contenti e hanno ballato, quindi non possiamo che essere felici. L'unica cosa che ci dispiace è non essere riusciti a fornire ai writers pannelli e spazi migliori, infatti i ragazzi che hanno dipinto si sono trovati con qualche difficoltà, ma qui c'è da dire che nessuno sponsor ci ha dato una mano e che il tutto è stato fatto a costo zero con il materiale che si aveva a disposizione.
Sensazioni. Lettera di Fernando Organizzatore del Festival
Sabato sera durante gli spettacoli |
Condivisione e Cultura.
Ora, a 2 giorni post festival, mi son trovato allo specchio a guardarmi negli occhi per rendermi conto di quello che è stato fatto.. mi son detto tra me e me..
è incredibile.
Non tanto per quante
cose son state fatte, create, incastrate, provate, sperimentate, ma per
come un gruppo di ragazzi che a momenti nemmeno si conosceva, è
riuscito a creare un evento culturalmente valido ed emotivamente molto
forte.
So che molti di noi hanno provato fortissime emozioni prima, durante e dopo, io sono una di quelle.. abbiamo passato momenti di forte stress e nervosismo in modi che non avevamo mai provato, ci siamo messi in gioco, abbiamo commesso degli errori, ma siamo cresciuti, ci siamo divertiti, emozionati, coinvolti e ci siamo affezionati.. Ho visto che sono nate delle nuove amicizie, attraverso scambi, opinioni, scontri... Ecco che cosa abbiamo creato.. un momento che ci aiuta a crescere assieme a tantissime altre persone, da quella più simile a quella opposta.
Ho visto negli occhi della gente mille colori, persone di altre fazioni che si sono interessate a situazioni diverse, persone che non credevano di poter stare in un contesto del genere non voler più andar via, altri che vorrebbero che si ripetesse ogni weekend, ho visto gente ridere, commuoversi, emozionarsi.. ragazzi, tutto questo è assolutamente meraviglioso.
Questa si chiama Magia.
Vorrei che i principi su cui è stato fondato questo evento, (come prossimi negli anni venturi), il rispetto, l'amicizia, la passione, l'amore, la conoscenza, la dinamica, la condivisione e soprattutto l'arte, siano tatuati in ognuno di noi.
Siamo stati bene assieme, ora è tempo di riprogrammarne un altro. L'Athena Street Festival, ora, è una realtà per tutti.
Grazie a tutti Voi.
Ci vediamo l'anno prossimo...
Fernando.
So che molti di noi hanno provato fortissime emozioni prima, durante e dopo, io sono una di quelle.. abbiamo passato momenti di forte stress e nervosismo in modi che non avevamo mai provato, ci siamo messi in gioco, abbiamo commesso degli errori, ma siamo cresciuti, ci siamo divertiti, emozionati, coinvolti e ci siamo affezionati.. Ho visto che sono nate delle nuove amicizie, attraverso scambi, opinioni, scontri... Ecco che cosa abbiamo creato.. un momento che ci aiuta a crescere assieme a tantissime altre persone, da quella più simile a quella opposta.
Ho visto negli occhi della gente mille colori, persone di altre fazioni che si sono interessate a situazioni diverse, persone che non credevano di poter stare in un contesto del genere non voler più andar via, altri che vorrebbero che si ripetesse ogni weekend, ho visto gente ridere, commuoversi, emozionarsi.. ragazzi, tutto questo è assolutamente meraviglioso.
Questa si chiama Magia.
Vorrei che i principi su cui è stato fondato questo evento, (come prossimi negli anni venturi), il rispetto, l'amicizia, la passione, l'amore, la conoscenza, la dinamica, la condivisione e soprattutto l'arte, siano tatuati in ognuno di noi.
Siamo stati bene assieme, ora è tempo di riprogrammarne un altro. L'Athena Street Festival, ora, è una realtà per tutti.
Grazie a tutti Voi.
Ci vediamo l'anno prossimo...
Fernando.
Backstage
Domenica sera Jam session con gli MC's |
Si ringrazia infinitamente Fernando e tutti gli altri organizzatori per il loro grandissimo impegno: in pochissimo tempo abbiamo organizzato dal nulla un evento davvero grande sia per dimensioni che per importanza, nel quale tutti siamo cresciuti molto, aumentando la nostra conoscenza, consapevolezza ed esperienza. Attualmente siamo già a lavoro per l'Athena Street Festival 2013, questa volta avremo il tempo necessario per organizzare il tutto con la dovuta calma e precisione, soprattutto dall'alto dell'esperienza di quest'anno non potrà che andare meglio, quindi aspettatevi delle sorprese! Ricordiamoci che se c'è l'amore e la passione vera, quella che viene dal cuore, Comunque vada sarà un successo!
Per ulteriori info e aggiornamenti seguite la pagina facebook dell'Athena Street Festival:
Sul Nostro canale YouTube 2pheCrew potete trovare altri video del festival, rimanete connessi che presto caricheremo anche i video della conferenza con Mastafive e H.C. Rebel
Qui il video dello show di Turntablism di H.C. Rebel
Intervista a Mastafive
Cos'è che ti ha fatto innamorare della cultura Hip Hop?
Mastafive durante l'Athena Street Festival |
I De La Soul e la traccia “Me myself and I”, il concetto espresso in quella traccia accompagnato dal video ( http://youtu.be/kw02oX3_uC8 ) è lo stesso che descrive appieno il mio carattere e atteggiamento, fuori dalle mode e sopratutto zero atteggiamenti da duro.
Ironia e stile, quello mi ha sempre rappresentato in pieno e ancora adesso. L’ Hip Hop si è presentato a me “così” e “così” è come lo voglio condividere.
Grazie a quella traccia poi ho scoperto Prince Paul, quindi gli StetsaSonic, quindi i Grave Diggaz... un mondo intero in continua connessione.
La Zulu Nation veniva rappresentata in quel video attraverso pendagli e riferimenti. Approfondendo ho scoperto che proprio quel movimento specifico era quanto di più+ vicino a me.
Arrivavo dall’ambiente delle discoteche e parallelamente dell’indie rock, l’ Hip Hop non lo conosceva e viveva praticamente nessuno, io dovevo essere quella roba la....
Qual'è stato il percorso e le motivazioni che ti hanno portato a diventare membro dell'UZN?
Il percorso parte dal 1994, quando contattai in maniera indipendente la Zulu, chiedendomi come mai di italiani non c’è ne stavano, abitavo in campagna e ignoravo assolutamente (magari peccando di superbia) che ad esempio a Torino ci fosse addirittura un King che era Nextone, lo scoprii attraverso il regio e succesivamente Aelle , tempo prima io mi ero gia proposto agli americani come sostenitore e gia risultavo nelle liste di iscrizione, di Italiani in quella lista (che tempo, fa era pubblicata sul sito ufficiale) apparivano Iceone, Fa-73 e Shark MC che conobbi tempo dopo.
Io ora non ricordo che posizione ero, ma risultavo con il mio vecchio nick name “Lancetta”.
Quando venni a sapere che esisteva un chapter italiano feci subito 12 passi indietro e mandai la mia bella letterina ad Aelle che allora si occupava di raccogliere le richieste di informazioni ed eventuali iscrizioni.
Ho aspettato del tempo e cercato mille volte nel collaborare con le varie entità che ci hanno provato negli anni a partorire il chapter\network che di fatto, per un motivo o per l’altro, una volta imbastito si dissipava.
Poi col tempo un pò colpa degli eventi italiani e un pò colpa di alcuni rappresentanti americani che non erano proprio in linea con i principi della U.Z.N. e ne svilivano il messaggio, mi allontanai un pò finchè non ripartecipai anni dopo ad alcuni eventi di Omega Zulu Maasaai e ne rimasi colpito positivamente, ci entrai in contatto, mi ci confrontai e capii che forse questa volta potevamo farcela a mettere su il tutto, adesso eccoci qui.
Mastafive durante la conferenza all'Athena Street Festival |
Io ho sempre fatto a botte per difesa e mai per attacco, ho sempre tollerato chi si comportava in maniera sbagliata con me, ho cercato sempre di rapportarmi in maniera obbiettiva alle persone che mi circondano (che non significa che ci sia sempre riuscito) quindi molti di questi principi erano alla base del movimento, più la musica, un certo tipo di musica che mi ha cresciuto si può dire ne rappresenta le radici e quindi il sentirsi parte è quasi automatico.
Prima di accettare la sfida definitivamente volli però parlare faccia a faccia con Bambaataa perché alcune cose non mi tornavano e quando accadde, capii che quando hai a che fare con le foci dei fiumi non puoi capire la purezza della fonte e la forza dei suoi affluenti.
In questo momento hai molta esposizione a livello nazionale grazie al ruolo che hai avuto nel programma spit, di cui si è parlato molto nella scena italiana. Quali sono secondo te i punti di forza e i punti deboli di questo programma?
Partiamo dai punti deboli, non è un programma Hip Hop, mancano elementi del movimento culturale come il writing, il B-Boying e sopratutto il knowledge.
Un altro punto debole sta un pò nel portare in tv il freestyle duro e puro come lo conosciamo, sa di bestemmia in chiesa, quasi uno snaturare una cosa che è sempre stata dell’underground.
Poi ovviamente i crismi della tv spesso sono un pò antipatici da digerire.
I punti positivi sono molti invece, contrariamente a quello che ci si può aspettare da un programma TV. Ha dato la possibilità di far conoscere una realtà che nella “scena” quasi ha stufato o ocomunque non ha più quell’appeal originale dei primi tempi, lanciando al grande pubblico la “novità” e rilanciando ai Freestyle addicted la fotta.
Il freestyle è uno strumento essenziale per un MCee un pò meno nei rappers, infatti è un mio orgoglio pensare di aver portato in prima serata dei veri MC’s.
Poi una occasione di parlare, di esserci, di dare il mio contributo perché il tutto risultasse il più aderente alle battles vere e proprie, non solo per una soddisfazione personale che a livello professionale è un rilancio per chiunque faccia spettacolo di mestiere.
La mia partecipazione ha aiutato a mettere alcuni puntini sulle i, quindi soddisfatto.
Poi proprio grazie alla trasmissione ho potuto suonare molto e sopratutto la musica che mi piace, perché alla fine dove non mi conoscevano volevano il personaggio della tv e potevo suonare anche un disco di rutti che andava bene, quindi ci ho dato dentro e nonostante alcuni miei colleghi con l’esposizione si sono incatenati ad un personaggio io invece ho liberato me stesso!
Poi dalla trasmissione è nato il mixtape di SPIT che è scaricabile da www.tempidurirecords.it uno dei mixtpae che grazie alla Maestria di Lil Cut, una mano mia e di Double S ha dato vita ad un vero e proprio “inizio” ad un certo tipo di rap che molti prodotti simili non hanno ottenuto negli ultimi anni. Tecnicamente perfetto. Con uno spirito così forte che ti fa venire voglia di reppare.
Molte persone parlano dell'industria musicale senza avere cognizione di causa, tu che ne sei arrivato a far parte dopo essere stato per molti anni indipendente, ci racconti qualcosa su come funziona questo mondo? e che vantaggi o svantaggi comportano entrambe le scelte?
Underground devi spaccare ed essere veramente capace perché parlino di te o per lo meno ti chiamino a suonare, se scimmiotti sei un pagliaccio, stai a casa.
Mainstream devi muovere numeri e quindi soldi, puoi essere qualitativamente scadente e fare ridere i polli ma se fai muovere soldi vai bene per il mercato, stop.
Poi c’è chi spacca nell underground, muove numeri, quindi fa soldi, continua a spaccare e continua a muovere soldi in Mainstream e ogni volta che è messo alla prova manda a casa, in quel momento ti arriva il grado di HighLander.
Io sono del parere tutt’ oggi che un certo tipo di musica piace anche alla massa, parlo della maggioranza, ma non viene valorizzata perché chi sblocca gli investimenti non solo spesso non è competente, ma ha una responsabilità enorme, sopratutto di questi tempi e buttare all’aria un investimento comporta a puntare su quello che ti è più comprensibile e quindi di facile gestione.
Certe scelte le fa solo chi non ha niente da perdere o chi se lo può permettere.
Ad oggi in ogni caso la linea di separazione tra le due definizioni si assottiglia, sia per via delle vendite che si allineano e attestano in una media competitiva ormai comune, sia perché gli artisti cosidetti underground sono cresciuti e il Biz ora lo sanno gestire a livello overground.
Vantaggi e svantaggi? non importa tanto la gente avrà sempre di che essere malcontenta per ogni scelta che si fa.
Secondo te quale può essere il punto di incontro (sempre se ci può essere) fra la cultura HipHop e il Mainstream?
Ma l’ Hip Hop è quanto più di Mainstream ci possa essere, vive da ormai 40 anni, ricambia si rigenera e vive di se stesso...è il resto che è morto e continuano con l’accanimento terapeudico e c’è lo infilano nell’orecchie e negli occhi a forza...l’ Hip hop rinventa tutto in ogni momento e arriva come la musica popolare dalla gente per la gente. Popolare inteso del popolo, no come sostantivo di notorietà.
Un artista con vera conoscenza e padronanza dell’arte sa essere mainstream e talentuoso e serio nello stesso tempo, ma la maggior parte non ci crede o semplicemente preferisce il sicuro, quello che conosce o sa fare se non replicare....
Cosa pensi dell'autofinanziamento? e Quale potrebbe essere secondo te una soluzione per fare in maniera che la cultura Hip Hop riesca ad autofinanziarsi e rimanere indipendente dal Mainstrem?
Stiamo parlando di ying e yang l’underground ha senso di esistere solo se c’è un mainstream, così come un mainstream esiste perché c’è un underground.Uno da un senso di esistere all’altro.
Discograficamente parlando, o artisticamente stipendiato...questo se decidi o non rimane altra scelta di vivere della tua arte.
Se hai un lavoro che ti mantiene, puoi essere puro all 100% e non hai bisogno ne di un flusso di attenzione dei media e nemmeno se stai a vedere di un pubblico vero e proprio.
La gente “normale” ama l’ Hip Hop più degli Hip Hoppers stessi.
Pur non capendone al primo colpo i meccanismi e i linguaggi.
Inoltre lavorando a livello discografico sei sempre molto aggiornato su tutte le uscite italiane riguardanti il rap, non solo, ti troviamo anche su tutti i palchi d'italia con il tecniche perfette a scovare i migliori talenti di freestyle, volevamo chiederti come ti sembra la situazione del Rap in Italia?
Positivamente confusa, più ci saranno confusi alla ribalta più chi ne sa si sentirà in dovere di mettere i puntini sulle i e a spiegare le differenze tra cosa è buono e cosa è meno buono. Purtroppo gli italiani devono sentire il sapore acre per cercare lo zucchero e sentirsi in dovere di spiegare le differenze tra i sapori.
Quanto sono coinvolti gli Mcs/Rapper nell'intera cultura HipHop?
Il rapper può anche non essere coinvolto nella cultura, il rap è un linguaggio di tutti, peculiare dell’ hip hop ma non esclusivo. Gli MC per definizione devono avere una certa attitudine e quello fa di loro un cultore del movimento o del genere. In italia quelli coinvolti nella cultura sono pochi e quelli che hanno iniziato convinti di saperne scoprono lungo la strada che non ne capivano molto e spesso lasciano il colpo per “troppa fatica” nello studiare, passando da “portavoce” ad amanti o fan dell Hip Hop, lasciando ad altri il compito di tramandare o evolvere l’argomento e renderlo vivo.
Tanti che ora si presentano come capostipiti o unici portatori del verbo però sono limitati al continuare a fare la gara a chi lo ha più lungo...non evolvono, pensano che masterizzare a New York sia stato o sia ancora un valore concreto per cui riconoscere in loro l’attitudine giusta...si dimenticano che ci sono dal giorno uno ma c’è chi li osserva dall’imbrunire dello stesso giorno, così sono i primi a fare del revisionismo omettendo quanto di peggio abbiano fatto, così al giorno d’oggi quale è il leader da seguire? non sicuramente io, ma di certo nemmeno loro.
Questo accade in Italia, quindi la formazione delle coscenze non può che essere affidata al self made.
Quale credi sia un buon modo per trasmettere il messaggio dell'Hip Hop ai giovanissimi, spesso molto creativi e volenterosi nell'imparare delle “tecniche”, ma sommersi e confusi da informazioni anche contrastanti sulla filosofia che sta dietro a questo movimento artistico?
Fare, fare, fare...sbagliare, capire, ricominciare, fare...migliorare, fare, sbagliare, migliorare ricominciare e fare. Metti la cera e togli la cera. La “fatica”, non c’è nessun altro modo. Fatica mentale, sforzarsi di capire la dove non sembra ci sia uno spiraglio di luce... farsi delle domande e darsi delle risposte e valutarne l’affidabilità … questa è una regola per “Stare al mondo” Hip Hop o non Hip Hop. Libri, tutti...dal porno alla bibbia al corano...al catalogo Ikea...
Chi ritiene di averne capito il messaggio o gli è stata riconosciuta questa attitudine o predisposizione, deve solo fare e fare bene, ma sopratutto fare il possibile per arrivare a più gente possibile e coinvolgere e diffondere … credo che sia un dovere intrinseco.
Spesso si dice che l’ Hip Hop non è per tutti, è vero, ma può esserlo per molti o quasi tutti...
L’ Hip Hop mi ha insegnato che in ogni caso il bicchiere è mezzo pieno!
Hai scritto un articolo molto bello dove parli della paura dei cambiamenti e della difficile comunicazione fra le nuove generazioni e le vecchie cosa ti ha spinto a scrivere questo articolo?
La verità. E’ semplicemente una constatazione dello stato attuale. C’è un cambiamento e sopratutto stiamo andando incontro ad un sistema basato sul cambiamento continuo e la stasi, lo stallo, non possono essere presi più in considerazione se vuoi sopravivere, la vita è continuo movimento ma qualcuno ci ha convinto che possiamo fissarla come in una foto per non subire l’onere di trovare continue soluzioni... oggi è cosi domani no.
Lo sai che l’universo non è fermo in sospensione come ci hanno insegnato? E’ stato scoperto che ci muoviamo in orizzontale alla velocita di 4,5 milardi di kilometri all’anno roteando attirati dal sole in una spirale di gravita che ci da la percezione illusoria di girare intorno al sole, ma non è così... quindi significa che a questa volocità quello che stiamo facendo tra un anno sarà fatto “fisicamente” a 4,5 miliardi di km dal punto in cui siamo adesso. Quindi perché credere che si possa avere nel bene o nel male dei punti fermi “reali” . Bisogna accettare il cambiamento in quanto il movimento è inarrestabile ed è un dato di fatto. Continuo movimento. Biosogna imparare ad accettare le cose per quelle che sono e non andare in frustrazione per quello che dovrebbero essere, semmai lavorare continuamente per farle diventare quello che vorremmo diventassero...
Ultima domanda
Come ti è sembrato l'Athena street Festival?
L’Athena Festival conteneva una serie di ingenuità ed imprecisazioni della prima volta, che lo hanno reso secondo me una delle manifestazioni estive più veraci... dirette.
Umane... in un momento storico in cui le cose fatte al computer hanno più rilevanza di quelle piene di imperfezioni che descrivono la vita reale...
La popolazione intervenuta, il pubblico di gente che si identifica nella norma, ha apprezzato il guizzo di vita che arrivava dalla forza di volontà dei ragazzi.
Mi piacerebbe davvero molto nella prossima edizione mettermi a completa disposizione per viverlo a 360 gradi e non come un turista\protagonista della giornata o dei minuti in cui è stata richiesta la mia presenza.
Il mio lavoro da di queste soddisfazioni. Suonare per un pubblico che ama poi la tua stessa musica poi...non ha prezzo.
Sono rimasto piacevolmente colpito dai 50enni e 60enni che hanno anche partecipato alla conferenza e che poi hanno fatto domande in privato...abbiamo risvegliato una curiosità che per noi è ancora forte e per certi versi automatica ma che con l’eta in molte persone si sopisce.
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