Un libro davvero molto bello e interessante sotto molti aspetti. Prima di tutto bisogna tenere conto che è stato pubblicato nel '97, quindi non riguarda i lavori recenti. D'altro canto permette a ragazzi come noi, che per ragioni di età non hanno potuto vivere certe situazioni, di capire e conoscere meglio l'inizio delle posse, le quali furono poi fondamentali per lo sviluppo e la diffusione della cultura Hip Hop in Italia. Ci permette di scoprire la vita e la filosofia di Militan A in maniera più approfondita, capendo meglio i suoi lavori e l'impronta generale degli Assalti Frontali. Ci permette di vedere non solo il mondo dei centri sociali all'inizio della loro storia e l'evoluzione di essi, ma anche delle persone che li frequentavano e li frequentano, dal punto di vista di chi lo ha vissuto veramente. Altro argomento super interessante toccato è l'autoproduzione, Militan A racconta tutte le motivazioni che l'hanno spinto a cercare una soluzione per uscire dallo schema logico del mercato, provando a sovvertire il sistema comune. Tutto questo sfocia in un'organizzazione come la Cordata, che però fallirà nel tempo (troveremo qui anche le cause di questo fallimento). Il libro, che è stato scritto proprio come un racconto, è molto fluido e al suo interno si possono anche trovare molti spunti di riflessione dove si nota nell'autore una ricerca di crescita personale. In fine nell'ultimo capitolo troviamo tutti i testi di Assalti Frontali, che sono veramente belli, soprattutto quelli presi dall'album Banditi. Un libro che non potete non avere nella Vostra libreria Hip Hop.
Frasi tratte dal libro:
Per noi il rapporto tra musica e politica ha avuto sempre l'ntenzione di formare più che d'informare, formare nuove strade, nuovi cervelli, nuove possibilità, più che rivelare verità nascoste che sono sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere. Ma soprattutto autoformarci direttamente dentro le esperienze.
Feste di notte, sound system la mattina sulle gradinate, sound system in mezzo ai cortei, solo dieci anni prima si finiva a botte per prendere la parola alla fine delle manifestazioni dei movimenti, ora facevamo partire la base e via, tutti si alzavano in piedi e seguivano approvavano. Quel tipo di comunicazione funzionava bene e nei successivi due anni dentro ogni centro sociale nasceva una Posse.
Se ho un ricordo dei più vecchi è un ricordo di lamento continuo. Non facevano che parlare di quello che era successo pochi anni prima, negli anni Settanta, di quanto era tutto più bello, più potente ecc. ecc. Uno strazio. Una palla al piede che ci portammo per anni… …Un'eterna tentazione a guardare indietro, a parlare di storie successe. Ho letto documenti, visto documentari, bevuto racconti, ingoiato libri su quegli anni. Se ho capito una cosa è che non si evade dal tempo.
…se riesci a non perdere la testa, quando tutti l'hanno persa e ti dicono " Ne hai tu la colpa",…Se riesci a sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni, e a pensare, senza fare dei pensieri il tuo fine…, se riesci a fare delle tue vittorie un solo fagotto, e giocarlo tutto in una notte a testa o croce, e perdere, e ricominciare da capo, senza mai spendere una parola su ciò che hai perduto… tue è la Terra….
Mi stupisco come a volte basti un'immagine particolare o una particolare frase a fissare l'attenzione su dettagli, facendomeli riscoprire del tutto nuovi…
Mi diceva " Non c'è sentiero, il sentiero sono le orme dei tuoi passi. Non c'è sentiero, il sentiero si apre camminando".
… che io abbia la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso, e la saggezza di comprendere sempre la differenza.
Passavo intere sere dentro una macchina, bombe su bombe, discussioni fino a notte tarda. Vita sociale. Giravamo per birrerie o locali che mentre ci stai dentro non te ne accorgi ma poi mi sono reso conto che mi lasciavano questo: niente.
La musica penetra l'individuo nella sua intimità, ne orienta le emozioni e gli istinti, è cultura.
Spingevo Funk Theology con Castro X e NCOT… …Alla radio spingevamo hip-hop, testi tradotti, parti di libri del BPP, Black Panther Party. Ogni soffio di vento che arrivava dai ghetti era il nostro.
La solitudine che prova un fratello non è isolata. La solitudine è una delle armi maggiori che il potere utilizza per dividere e conquistare… In questi secoli, io, come te, come ognuno di noi, ha le sue carte da giocare. Se vediamo qualcuno picchiare un cane dobbiamo essere noi per primi a dire basta. Che questo avvenga dentro o fuori il villaggio non importa. Emancipare se stessi dalla schiavitù mentale è l'attivatà rivoluzionaria più difficile, ma anche la più soddisfacente. E' l'attività rivoluzionaria che più ci manca e che ci rende sempre più soli.
L'idea soffia sulla brace che scintilla. Osserva. Ragiona. Tiene in allenamento. Chi ci criticava non diceva cazzate però. L'ideologia è il lato negativo delle idee. L'ideologia è l'idea fissata come una dottrina, come una fede cieca, giustifica cose che non sappiamo altrimenti spiegare. E' una sorta di autoinganno, un vestito, la visione generica che nasconde la nuda realtà.
Credo che la spiegazione vada ritrovata nei retroterra politici, sociali ed economici e che ogni esperienza faccia storia a sè. negli Usa quasi tutti i gruppi hip-hop vedevano nella svolta economica un segno di emancipazione. Cultura del ghetto. Anche i Public Enemy, che criticavano il mercato nelle canzoni, invitavano i ragazzi a rubare i dischi, lavoravano con le multinazionali e si mostravano con elicotteri e jeep. Quella è una cultura in cui per essere ascoltato devi essere un vincente. Il mercato è talmente presente che è assurdo perdere l'opportunità di un buon contratto… … loro dicevano che i valori che vuoi comunicare vanno venduti come merce, come moda devi usare il mercato. Allora entri nella testa e nei bisogni dei ragazzi.
Persone di peso che arricchivano. C'era, invece, chi finiva "parcheggiato" e inaridito: vocabolario ridotto a poche sillabe, esigenze al minimo, birre, canne, ciloum, drogarsi e uccidersi unico amore. Questi finivano a spaccarsi per spaccarsi senza più desiderio di raggiungere altri territori. In alcuni momenti mi chiedevo come puoi cambiare il mondo se non dai un cencio di stimolo a chi ti vive vicino. "Se non posso cambiare le persone intorno a me, cambio persone intorno a me".
C'erano compagni che mi fermavano e mi dicevano: Senti, per curiosità, ma che significa posse?. Letteralmente "drappello di uomini armati". In effetti un modo di dire jamaicano o afroamericano per indicare una banda, un gruppo di ragazzi uniti da legami tipo condividere giornate intere all'angolo di una strada.
Nel mio cammino la Cordata fu una prova che valeva la pena provare. Ora so che mi fece capire due cose importanti. La prima è che devo essere autosufficiente sempre, anche dentro una rete. Voglio dire, se siamo in tanti è meglio, ma devo saper vivere da solo. La seconda è che nel movimento è giusto che ognuno faccia il cazzo che gli pare. E' inutile avvelenarsi il sangue a convincere chi non vuole sentire. Fai quello che devi fare e fallo bene e poi forse qualcuno ti darà la sua attenzione.
Mi diceva " Non c'è sentiero, il sentiero sono le orme dei tuoi passi. Non c'è sentiero, il sentiero si apre camminando". Tratto dal libro Storie di assalti frontali.
L'infelicità è la schiavitù delle menti.
avessi più umiltà darei più amore, mi temo, ogni dipendenza uccide un'ambizione.
stressavo il cervello per uscire dalla notte, ma fossi poi arrivato da qualche parte, ora è andata, non pensavo fosse vero, niente più era chiaro, ho adetto addio sul serio, autocontrollo è dote di un guerriero, in alto le mie qualità, non confondo più abbandono e libertà, ho spinto l'esperienza fino in fondo, la sofferenza è il punto di partenza per il viaggio di ritorno, e io l'affronto, volevo intorno uomini migliori, ma li vedevo sotto con la scusa di voler uscire fuori, fino a che punto ero esaurito, e mi consideravo uno realizzato, sono tornato, in tempo, e quello è il mio passato, nella nebbia l'autodistruzione ha il sopravvento, è la violanza che ti implode dentro, sulla frequenza lucida ora tengo, per vedere quanto valgo.
mi muovo coi fratelli un occhio all'immediato e uno all'infinito.
Mi dice: "Per me l'hip-hop è una ricerca mistica, una strada per cercare risposte, e anche per questo non ho mai subito i danni della chiusura mentale che in molti porta al terribile conflitto che c'è tra l'hip-hop e il resto del mondo... se mi chiedi cosa significa hip-hop rispondo che dovrei spiegarti la mia vita". Ice One
e ogni volta c'è smpre, chi ha davvero voglia o si sforza di capire, chi finge soltanto o soltanto non ha nessuna voglia di capire, ricoedo come un'onda di ritorno, quanti personaggi, troppi personaggi, le loro facce somigliarsi, e il loro vestito... non sempre quello di un nemico, dividere divisi fino all'infinito, così forti coi deboli deboli coi forti qui sull'orlo dei binari, il sole ha lasciato solo il colore arancione, sulle mille storie umanae, a uno a uno, su tutti quelli che non mi sono mai lasciato dietro, i miei fratelli, che non mi hanno mai lasciato dietro, solo, nel calore di un momento che non lasc che non lascia il posto al vuoto, e cammino passo dopo passo....
perchè vedi graffiti son segnali di colore, che vengono dal cuore.
era quello il tempo delle scelte, il tempo dei legami, quando si vuole scegliere una sola volta per sempre, quando si vuole che un fratello è per sempre, quando la storia è solo una parola da scrivere coi giorni, e per onere di giustizia l'istinto travolge la prudenza, poi ci si convince che solo qualche istante può essere per sempre, perchè tutto cambia, come il tempo cambia le tagioni, ma come il segno che lascia, qualche volte qualcosa resta, anche se costa la coerenza con le scelte più importanti...
sono Castro x e ancora mi diverto, la musica è importante è un colore della vita , colonna sonora del battito di strada, che il vento e la sabbia non anebbino la mira, l'essere uniti è un'arma calibrata, odio e amore negli anni hanno invaso il mio cuore, sarà forse per questo che disprezzo chi lo invade di paure... Castro X
la gioia allarga l'anima e mi spinge a dare, non siamo nati per soffrire, a volte si alza un vento di tempesta, un uragano mentale dentro la mia testa, devo stare bene adesso basta, ma c'è qualcosa d'intrigante nelle notti rubate, tra battiti alterati il ferro gli ufo e le fate, ad aspettare domani, ballando come sciamani, capisci bene perchè io vado avanti, questione d'idee nient'affatto di milligrammi, ho 25 anni e come puoi vedere, nel mie cervello e nelle braccia non ci sono fori, però me ne sto fuori volentieri, e me ne vado in in giro in cerca di colori...
Bel documento.
RispondiEliminaÈ interessante notare come anche agli albori della scena italiana si respirasse già aria di nostalgia. Mi riferisco alla tua citazione di Militant A, quando conclude:"non si evade dal tempo".
La storia e la memoria sono formazioni culturali e collettive (mai meramente personali) e sta a noi dirigere/deviare il flusso interpretativo verso orizzonti positivi, distopici, divergenti e non convergenti/feticizzanti un'epoca che - come visto - probabilmente esiste solo come oggetto del desiderio (mai raggiunto) di una generazione.
Keep on workin!
Peace.
Smogone: Si hai proprio ragione, quella citazione in particolare è davvero bella, dovrebbe far riflettere parecchie persone; Non solo al popolo HipHop, ma a tutte le persone che rimpiangono tempi passati senza accorgersi che invece di lamentarsi (perchè le cose non sono come una volta) provassero ad investire le loro energie per migliorare ed evolvere la situazione qualcosa si smuoverebbe.
EliminaPeace
Cit: Se ho un ricordo dei più vecchi è un ricordo di lamento continuo. Non facevano che parlare di quello che era successo pochi anni prima, negli anni Settanta, di quanto era tutto più bello, più potente ecc. ecc. Uno strazio. Una palla al piede che ci portammo per anni… …Un'eterna tentazione a guardare indietro, a parlare di storie successe. Ho letto documenti, visto documentari, bevuto racconti, ingoiato libri su quegli anni. Se ho capito una cosa è che non si evade dal tempo.